Case: obbligo certificato di stabilità dal 2018, la proposta
In arrivo il certificato di stabilità obbligatorio per comprare e vendere immobili. È la proposta lanciata dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Graziano Delrio e che dovrebbe arrivare già con la prossima Legge di Stabilità, prevedendo appunto, la certificazione statica dell’edificio o dell’abitazione direttamente nei contratti di compravendita immobiliare.
Una novità che riaccende i riflettori sul problema dei rischi di un patrimonio immobiliare spesso fatiscente: in Italia una casa su sei è a rischio e sono più di due milioni le abitazioni nelle quali sarebbe meglio non abitare. Un problema che “da vent’anni si cerca inutilmente di affrontare” e che ora potrebbe trovare una soluzione nell’introduzione del cosiddetto libretto o certificato di stabilità. Così “com’è obbligatoria la certificazione energetica, nei contratti d’affitto o di compravendita lo sarà anche quella statica”, dice semplicemente il ministro.
Il ministro Delrio ha ricordato come da vent’anni si cerchi di introdurre il fascicolo del fabbricato in grado di certificare lo stato reale delle nostre abitazioni, trovando spesso parere negativo da parte dei proprietari immobiliari che, secondo il ministro, addurrebbero come giustificazione i costi economici delle verifiche ricadenti sulle famiglie.
Ma questa motivazione “da qualche tempo – afferma il ministro – è venuta meno”. Grazie al sisma bonus ora è possibile fare le analisi delle condizioni statiche degli immobili “con la possibilità di detrarre fiscalmente fino all’85% delle spese sostenute. Il beneficio, inoltre, continua Del Rio – può essere goduto in tutto il Paese, perché l’Italia intera è di fatto sismica, e c’è anche la possibilità di cedere a chi fa il lavoro il credito fiscale nei confronti dello Stato”.
Sinora, dunque, non avendo “potuto imporre per legge il libretto del fabbricato – spiega ancora il ministro – abbiamo cercato di rendere appetibile con gli incentivi l’esame e l’adeguamento statico degli immobili”. A questo punto, però, conclude “si rende necessario un salto di qualità culturale dei proprietari”.
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