Per ridare fiato al mercato tassi negativi e denaro meno caro. Basteranno?
Con una mossa senza precedenti la Bce fa pagare le banche che tengono soldi… in banca perché vuole che la liquidità venga indirizzata ad imprese e famiglie.
Primi effetti del nuovo pacchetto di misure Bce, con i depositi di liquidità delle banche crollati dopo la decisione dell’Eurotower da una parte di abbassare allo 0,15% il tasso ufficiale di sconto e, dall’altra, di penalizzare gli istituti che parcheggiano denaro anziché prestarlo, creando un precedente assoluto tra le maggiori banche centrali, ha portato in negativo, a -0,1%, il tasso sui depositi a un giorno: le banche, anziché essere remunerate, ora devono pagare per parcheggiare liquidità a Francoforte: una misura per incentivare le banche a dare soldi a imprese e famiglie, non a tenerli parcheggiati nei depositi di Francoforte.
I dati danno parzialmente ragione alle misure annunciate da Mario Draghi una settimana fa: le banche hanno ridotto di ben 25 miliardi di euro la liquidità messa nella ‘deposit facility’ ad appena 13,6 miliardi, il minimo dal 2011.
Il tasso Eonia Swap, che misura il costo dei prestiti di liquidità a un giorno da banca a banca, è crollato al minimo strico dello 0,029%: segno che quei soldi, finora parcheggiati, vengono ora mobilizzati. L’intento della misura, ribadisce il consigliere Bce Luc Coene, è far si che gli istituti tornino a prestare all’economia reale. In particolare che quelli del Nord Europa, prestino la liquidità alle banche dl Sud, in questo modo contribuendo a ridurre frammentazione finanziaria che rende il credito in Italia o Spagna molto più oneroso che in Germania.
Al momento, tuttavia, quello che appare dai mercati sono forti acquisti sui titoli tedeschi a breve: lo stesso Coene dice che la Bce non è sorpresa, e si aspetta che gradualmente quei soldi finiscano dove la Bce spera finiscano, vengano cioè reimpiegati in prestiti. Proprio la frammentazione finanziaria, assieme all’euro forte, secondo la Bce contribuisce al rischio di una spirale deflazionistica perché pesa su consumi e investimenti. Con la maggiore liquidità si spera che torni una maggior propensione agli acquisti.
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